Vicenza diventa 'capitale' del tè
Patto con La Vigna, donati i primi 5 volumi
Poche foglie che profumano di frutta e di gardenia: così, durante una cerimonia del tè oolong, si è sancita ieri mattina l’alleanza tra La Vigna, biblioteca internazionale di cultura e civiltà contadina, e l’Associazione italiana cultura del tè, anch’essa con sede in città. In breve: Vicenza diventa la capitale italiana del tè, sotto il profilo scientifico. L’affare è serio e aromatico: lo siglano Mario Bagnara, presidente de La Vigna, e Livio Zanini, docente di cinese all’Università di Venezia e presidente dell’Associazione che dona cinque volumi alla biblioteca.
Patto con La Vigna, donati i primi 5 volumi
Nicoletta Martelletto
da: Il Giornale di Vicenza, 6 febbraio 2009, p. 26
Poche foglie che profumano di frutta e di gardenia: così, durante una cerimonia del tè oolong, si è sancita ieri mattina l’alleanza tra La Vigna, biblioteca internazionale di cultura e civiltà contadina, e l’Associazione italiana cultura del tè, anch’essa con sede in città. In breve: Vicenza diventa la capitale italiana del tè, sotto il profilo scientifico. L’affare è serio e aromatico: lo siglano Mario Bagnara, presidente de La Vigna, e Livio Zanini, docente di cinese all’Università di Venezia e presidente dell’Associazione che dona cinque volumi alla biblioteca.
Il primo, da solo, è una summa: si tratta della copia anastatica di "All about tea" di William H.Ukers, del 1935, lo studio più completo sul tè realizzato in Occidente. Gli altri sono una storia del tè a cura di due americani, un’analisi delle coltivazioni nell’Assam nel XIX secolo, una storia del tè in Cina ed infine - in lingua cinese - un manuale di arte ed estetica del tè ricco di illustrazioni.
Tramite della donazione è stato Paolo Portinari, consigliere dell’Associazione che ha una vita già abbastanza lunga: se ne parlò una prima volta nel 1996, riassume il prof. Zanini, con Marco Ceresa docente a Ca’ Foscari, e tre anni dopo venne costituita la prima Accademia italiana del tè (niente acca, la dizione è ufficiale) per organizzare i primi eventi.
«Nel Duemila abbiamo conosciuto Guido Cattolica, un agronomo di S. Andrea di Compito, a Capannori, Lucca, che era impegnato in un progetto sperimentale di coltivazione del tè - riassume l’avv. Portinari - e sono nate alcune collaborazioni». Che, osserva Portinari, rendono quasi contigui i mondi della vite e quelli del tè, per ricerca, cultura, filosofia di vita di chi se ne occupa.
A partire dalla pazienza di piantare, coltivare, veder crescere, essicare e poi consumare il prodotto. Nel 2005 l’Associazione italiana cultura del tè è stata ufficialmente costituita, ha trovato casa a Vicenza e in sede ha costituito una biblioteca di 300 volumi e una collezione di strumenti da tè di valore, che si possono usare in una stanza arredata in stile giapponese. Numerosissimi gli appuntamenti cui è già stata chiamata, compreso il Salone del Gusto di Torino.
«E dal gennaio scorso - aggiunge il prof. Zanini - abbiamo anche il patrocinio del dipartimento di studi sull’Asia orientale dell’università Ca’ Foscari». Il tè è un compagno che chiede ritualità e lentezza: Zanini alla Vigna (pronta ad ospitare tutto il patrimonio librario dell’Associazione) ne ha offerto un breve saggio ai neofiti tra bollitori e teiere.
Prossimi incontri il 19 marzo sul cerimoniale del gongfucha e il 2 aprile sui tè oolong. Iscrizioni (massimo 15 posti) tramite il sito www.aictea.it.